PENSARE DIVINO, un blog che ruota intorno al mondo del vino, partendo dalla vite, passando per l' uva e arrivando al bicchiere in tavola.
Gli articoli vengo presi da lezioni/ricerche universitarie, esperienze personali ed info dal web.
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domenica 30 gennaio 2011

L' odore di tappo nel vino (TCA)

Tipicamente il responsabile del sentore di tappo è un fungo, l' Armillaria melea un fungo che cresce sulla corteccia delle quercie. Quando il tappo viene prodotto dalla suberina di questi alberi, subisce dei lavaggi chimici, con acidi e baci, e dei lavaggi ad alte temperature, per pulire tutto il sughero da evventuali residui di questo fungo.
La cosa importante da dire è che: più il rapporto tra superficie esterna del tappo e il suo volume è alto, più sarà efficace questo trattamento, infatti nei tappi monopezzo è richiesta un' altissima qualità del sughero, mentre per i tappi tecnici (gli aglomerati composti da segatura di sughero) il trattamento è molto più efficace.
tornando al nostro fungo, dobbiamo spezzare una lancia a favore dei sugherai, infatti non è vero che questo parassita si trova solo nei sugheri, ma possiamo ritrovarcelo già presenti in cantina, come? è sufficiente lasciare un legno non trattato (pallet, travetti), un legno umido o dei cartoni bagnati in cantina...questi sono degli ambienti perfetti per lo sviluppodell' Armillaria melea.
Quindi paradossalmente potremmo ritrovarci un vino tappato con tappo in silicone (una chiusura alternativa) e il vino che sa di tappo (sentore di cartone bagnato, davvero sgradevole), il vino è stato contaminato in cantina
Un' altro modo per far sviluppare questo fungo è usare il cloro per le pulizie dei tini (prodotto molto usata, con un' attenzione particolare ai risciacqui) basta pensare alla fotmula della molesola 2,4,6 tricloroanisolo, quindi se il fungo entra a contatto con un ambiente ricco del suo componete princilale (Cl) si moltiplica in tutta tranquillità rilaschiando il TCA.

quidndi possiamo dire sì che il tappo gioca un ruolo fondamentale in questo tipico problema legato al vino, ma anche il cantiniere o l' operarote addetto alla vinificazione deve fare molta attenzione!

Rudy

venerdì 28 gennaio 2011

consiglio per il Piemonte

se volete andare a visitare qualche azienda in piemonte prenotate una visita in queste
 Braida, Rivetti, Cà del Baio, Gagliardo, l'enoteca regionale del Roero, Domenico Clerico e Conterno Fantino 
 sono le cantine che hanno aperto le porte a me e ai miei compagni di viaggio, sono interessanti produttori e la cosa più importante il loro livello di acoglienza è stato ottimo. Io personalmente ve le consiglio per esperienza personale
 

giovedì 27 gennaio 2011

Gita istruttiva in Piemonte

Come annunciato, ieri sera sono tornato dal piemonte dopo un giro di 3 giorno, ad asaggiare vini e a farmi una cultura di nebbiolo, barolo, barbaresco, e roero.
Devo dire che le cantine visitate sono state davvero interessanti, 2 in particolare: Domenico Clerico e Fantino conterno, mi sono rimaste impresse, 2 splendide realtà, che mi hanno permesso di apprendere il vero gusto del barolo.
I vini che ho asaggiato provenienti tutti da uve nebbiolo, avevano in comune spiccate acidità, e dei tannini presenti in modo costante, ma che non davano fastidio.
La cosa interessante è stata asaggiare una verticlare (nella cantina di Giovanni Braida) le annate erano 4: 2003, 2004, 2006 e un' annata inedita che non è ancora presente sul mercato, questo mi ha permesso di capire l' evoluzione di questi vini, e come migliorino nel corso del tempo.
C'è da dire che questi piemontesi la sanno lungo!!
alla prox ;)

giovedì 20 gennaio 2011

prossimamente

in data 24 gennaio, io e un gruppo di ragazzi (buoni bevitori) partiremo dal friuli per una gira in piemonte.
gita enogastronomica, all' insegna di nuove scoperte visitando cantine e distillerie anche molto famose, aspettatevi una recensione!!

Metodo di potatura di Simonit e Sirch

oggi ho partecipato alla prima lezione del corso di potatura, seconda edizione a livello italiano! Le mie impressioni sona davvero positive, lo reputo un metodo interessante dal punto di vista del rispetto della vigoria e delle possibilità produttiva della singola vite.
Questo metodo l'ho potuto riscontrare anche su mie viti, con età compresa tra i 40 e i 60 anni, il che mi fa capire che sia una buona pensata (parlando terra terra) e che si sia perso negl' anni in quanto si è sempre pensato alla meccanizzazione e alla produttività immediata, che al futuro del vigneto.
Reputo il metodo di potatura studiato da Simonit e Sirch un notevole passo avanti nel mantenimento della viti nel lungo periodo, domani ci sarà la prova pratica in vigna!!